Da anni è considerata la terra promessa dei pensionati italiani: clima mite, cultura europea, lingua neolatina, prezzi bassi e, soprattutto, niente tasse. Tanto che circa 2800 italiani hanno preso la residenza lì, in Portogallo, attratti dall’esenzione fiscale per dieci anni. Ora però questo “paradiso fiscale” potrebbe appannarsi: la finanziaria 2020 del governo presieduto dal premier socialista Antonio Costa intende elevare da 0 al 10% la tassazione su chi in futuro deciderà di diventare “residente non abituale”, ossia chi sposta la sua residenza all`interno dello Stato e vi trascorre 183 giorni all`anno. Oltre a un versamento minimo di 7.500 euro l’anno.
Una misura non retroattiva, quindi, prevista solo per chi in futuro si trasferirà nel paese lusitano. Ma abbastanza per fa scattare le proteste delle associazioni di costruttori e agenti immobiliari, che dal 2009 - anno di entrata in vigore degli incentivi attira-pensionati - hanno fatto affari d’oro.
Lisbona on my mind
Per molti italiani il Portogallo - così come altre località del Mediterraneo - in questi anni ha rappresentato la miracolosa trasformazione del proprio reddito dal lordo a netto, in barba a cuneo fiscale e balzelli vari che defalcano l’esborso che l’Inps riconosce a chi ha smesso di lavorare. Sulle sponde dell’Atlantico in questi anni i pensionati italiani hanno visto un’economia crescere in modo rilevante, con uno sviluppo del paese post 2008 rilevante ma diseguale: con le località turistiche in forte ascesa e l’interno che non tiene il passo. E con il malcontento neppure malcelato dei pensionati portoghesi poco partecipi, diciamo così, della fortuna dei coetanei europei trasferitisi lì.
Proteste che hanno trovato una sponda nell’opposizione di sinistra, il Bloco de Esquerda, che appoggia dall’esterno il governo di Costa. Che ora con la sua mossa punta a soddisfare i partner senza penalizzare troppo i pensionati amanti del Portogallo. Secondo Itinerari previdenziali, il think tank dell’ex sottosegretario al Lavoro Alberto Brambilla i pensionati italiani che hanno deciso di trasferirsi all’estero per beneficiare di una pluralità di vantaggi, dal costo della vita alla tassazione locale, sarebbero 60mila circa. Si tratta del 16% delle 370mila pensioni pagate all’estero.
Fonte:
Il Sole 24 Ore